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MOBBING
Misure contro le discriminazioni nell'ambiente di lavoro | |
La commissione mobbing del Dipartimento della Funzione Pubblica
Il Ministro per la Funzione Pubblica, con un decreto del 19 settembre 2002, ha istituito una Commissione di analisi e studio sulle politiche di gestione delle risorse umane e per lo studio delle cause e delle conseguenze dei comportamenti vessatori nei confronti dei lavoratori.
La Commissione ha tra i suoi compiti quello di individuare i provvedimenti da predisporre ed elabora le proposte, anche di carattere normativo, per migliorare l'ambiente di lavoro e le condizioni generali del lavoratore e per garantire la valorizzazione delle professionalita' . La Commissione e' coordinata dal prof. Michele Piccione, docente di clinica psichiatrica all'Universita' "La Sapienza" di Roma.
La Commissione ha preparato una bozza di legge nella quale si definisce il mobbing come "Atti, atteggiamenti o comportamenti di violenza morale o psichica in occasione di lavoro, ripetuti nel tempo in modo sistematico o abituale, che portano ad un degrado delle condizioni di lavoro, idoneo a compromettere la salute o la professionalita' o la dignita' del lavoratore".
Inoltre la proposta di legge indica a chi spetta la prevenzione e disciplina il percorso per riconoscere i malanni "correlati" allo stress da abuso e regola l'attivita' di prevenzione, chiamando in causa quattro figure. Tre sono il datore di lavoro, il lavoratore ed il "medico competente" ad accertare i "disturbi correlabili a violenza morale o psichica" sul lavoro. Ma la bozza di legge apporta una novita' assegnando al "rappresentante per la sicurezza" anche un incarico di vigilanza per prevenire le situazioni mobbizzanti o segnalarle. Il testo introduce, inoltre, i "centri pubblici o istituti specializzati" regionali dedicati alla diagnosi dei disturbi causati dal mobbing sulla base di un protocollo di valutazione unico, uniforme a livello nazionale. Fonte: Dipartimento della Funzione Pubblica |
ATTIVITA’ SINDACALE
INTRODUZIONE
Relazioni interpersonali "difficili" a causa dell'ambiguita' di ruoli e mansioni o di un'organizzazione del lavoro non curata, mancata valorizzazione di competenze e abilita', sovraccarico o sottocarico lavorativo, cultura aziendale improntata sull'esasperazione gerarchica e sulla competitivita' interpersonale, sulla riduzione dei costi e l'aumento della produttivita' e dei profitti senza badare alla qualita' del prodotto, del servizio e del lavoro, mancanza di risorse, fasi di pesante riorganizzazione aziendale (fusioni, ristrutturazioni, ecc.), trascuratezza e incapacita' ad affrontare e risolvere tempestivamente i problemi.
Gli ambienti di lavoro che si dovessero caratterizzare per la presenze delle fattispecie appena elencate saranno ambienti a forte "rischio mobbing". In questi ambienti potranno prendere corpo atti e comportamenti aggressivi, persecutori, offesivi da parte di qualcuno verso qualcun altro senza che nessuno intervenga. Se questo nuovo rischio lavorativo non sara' tempestivamente individuato e riconosciuto e quindi prevenuto e contrastato adeguatamente potra' provocare danni e conseguenze pesanti, a volte irreversibili, alla dignita' e alla salute fisica e mentale delle persone coinvolte, danni economici e d'immagine all'azienda che li tollera, costi umani, sociali ed economici fuori del posto di lavoro.
Il sindacato puo' e deve fare la sua parte per prevenire e contrastare questo rischio nei posti di lavoro. Gli strumenti per farlo ci sono. L'arma migliore, dopo un'opportuna azione di sensibilizzazione e formazione dei propri dirigenti e delegati - in particolar modo dei RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA-, resta il confronto con le aziende finalizzato all'adozione di sistemi o CODICI per la prevenzione e gestione delle molestie morali che insorgono a causa del lavoro.
Ricordiamo, a questo proposito, che il miglior fac-simile disponibile per chi voglia cimentarsi nella redazione un buon codice anti-mobbing e' costituito dall'ordinanza svedese - tradotta dalla Cgil nazionale e disponibile gratuitamente nel sito da ormai due anni.
In ogni caso tutti documenti - per lo piu' inediti e molto significativi - contenuti in questa pagina dedicata al mobbing, pensata e arricchita con il contributo delle varie strutture della Cgil, servono a perfezionare e ad estendere nel sindacato la conoscenza di questo grave fenomeno di disagio sociale e a diffondere e migliorare costantemente le esperienze di prevenzione e contrasto che si stanno facendo.
Come sempre l'utilizzo dei documenti e' libero e molto gradito, citando la fonte:
http://www.aranagenzia.it
Cisl
Sportello Mobbing
Aiutare le vittime del mobbing. Con questa finalita’, l'Inas ha attivato uno Sportello di ascolto in grado di fornire risposte esaurienti ai dubbi dei lavoratori. Chiamando, infatti, il numero 06/84438364, ogni mercoledi’ dalle 9.00 alle 17.00 (fax 068547856), o tutti i giorni lavorativi in orario di ufficio il 330967012, oppure scrivendo un’e-mail a: mobbing@inas.it , troverai esperti che sapranno consigliarti sulle iniziative da prendere per contrastare il fenomeno.
LINK SULLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI NEL MONDO E IN ITALIA SITI NAVIGABILI LA QUESTIONE FEMMINILE
http://www.cf.ac.uk/socsi/union/ |
http://www.uil.it/mobbing/Default.htm
http://www.ugl.it/ugl/626/page.asp?VisImg=S&Art=231&Cat=1&I=486
http://www.sindacatopadano.org/
http://www.nelvento.net/archivio/68/femm/
http://www.societadellestoriche.it/main.php?pag=socie&action=visualizza&t=soci&key=20
http://italy.peacelink.org/paxchristi/articles/art_14537.html